"L’ OMBRA DEL GIGANTE - Liberamente tratto dal racconto “Il gigante”,
 ne “La grande Eulalia” di Paola Capriolo
"


Nord Europa, fine dell’800.


In una fortezza inespugnabile dove è rinchiuso un solo prigioniero - colpevole di gesta inenarrabili tanto che a nessuno, da anni, è concesso di avvicinarlo - arrivano il nuovo capitano della guarnigione, insieme alla consorte Adele e al figlio settenne Ottaviano.

Un giorno, attraverso il cortile della fortezza, giunge una struggente melodia di violino. Le note provengono dalla cella del prigioniero; è quest’ultimo, infatti, a suonare con una sensibilità ed un trasporto che nessuno avrebbe potuto sospettare. Ben presto, la musica sconvolge la vita di Adele e quella dei suoi familiari.

Come chi vuole sottrarsi alla più pericolosa delle passioni, senza avere, tuttavia, la forza per farlo, la donna risponde con il suo pianoforte alle note di violino.

La fusione musicale tra il prigioniero ed Adele è tale che, pur non essendosi mai incontrati, divengono un’unica cosa.

Il totale coinvolgimento emotivo porta Adele ad ammalarsi gravemente e alla morte. E’ il tragico destino che la lega al prigioniero, il cui decesso giunge soltanto pochi giorni dopo.

L’uomo e Adele verranno seppelliti l’uno accanto all’altra, quasi a voler congiungere due esistenze: “destate” dalla musica e rese indissolubili dalla morte.
 



 

   
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